Venerdì 27 giugno ore 21.30 si replica agli Hangar Creativi, dopo il grandissimo successo ottenuto in Fortezza Nuova, lo spettacolo “Barontini”, drammaturgia di Alessandro Brucioni e Michele Crestacci, con Michele Crestacci, regia Alessandro Brucioni, musiche orginali Alessandro Brucioni, produzione Mo-WanTeatro.

Ingresso libero e gratuito, non è necessaria la prenotazione.

Dedicato alla figura di Ilio “Dario” Barontini, figura leggendaria dell’antifascismo e della Resistenza, poi nel dopoguerra dirigente e parlamentare comunista, lo spettacolo è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale e dall’Associazione Ilio “Dario” Barontini; ha il sostegno della Regione Toscana e della Fondazione Teatro Goldoni.

Come spiegano gli autori, Barontini è il quinto ritratto di una serie di monologhi che raccontano una comunità, una città e la sua storia.

Nei primi quattro ritratti sono state raccontate le storie del pittore Amedeo Modigliani, del poeta Giorgio Caproni, del calciatore Armando Picchi e del musicista/compositore Pietro Mascagni. Attraverso le loro storie abbiamo riscoperto lo spirito di una comunità e il sarcasmo perenne che riverbera per le strade di una Livorno, terra ruvida, pittoresca e chiassosa. Una Livorno di scontri, rivoluzioni e arretratezza culturale, di slanci poetici e di speranze mancate. Una Livorno dove nel 1921 ebbe origine il Partito Comunista, dove operai e contadini tutte le domeniche si mettevano in coda con le loro piccole FIAT per correre al mare. Entrare attraverso la lente delle dolorose e epiche vicende di quattro celebri personaggi è stata l’occasione per fare i conti con noi stessi e con una terra in cui siamo cresciuti, per confrontarsi con le vicende storiche, culturali e sociali del novecento e il loro impatto su Livorno. Quando si incontra la storia di Barontini ci si confronta con un contesto storico di intense rivoluzioni sociali, culturali e politiche. Un contesto che ha visto la maturazione di eventi storici che sono stati alla base di un nuovo modo di concepire il mondo sia localmente che internazionalmente. Punti di riferimento storici che riverberano ancora con una strana, sottile e vorace forza nel nostro presente e che sono all’origine delle nostre estetiche e forme di pensiero. La storia di Barontini si colloca a cavallo tra la fne dell’ottocento e la prima metà del novecento in un periodo storico post-risorgimentale, nel pieno dello sviluppo del commercio, della corsa delle potenze europee verso le colonie, in un periodo storico di importanti scoperte e invenzioni, l’avvento del cinematografo, della radio, i motori a scoppio, l’elettricità e lo sviluppo della rete ferroviaria. Un periodo che vede una straordinaria trasformazione della società e che sancisce una presa di coscienza collettiva organizzata, che trova nel movimento anarchico-socialista una delle sue espressioni più veementi e fertili.